Hortelano, campione a sorpresa

23 Luglio 2016

Il velocista spagnolo, oro europeo dei 200 metri, è nato il 18 settembre come l'ostacolista Kendra Harrison. A Londra si è di nuovo migliorato a 20.18.

di Giorgio Cimbrico

I nati il 18 settembre hanno celebrato a Londra una singolare e fortunata congiunzione astrale. In quel giorno, nel ’92, è nata Kendra Harrison, la piccoletta che non conosce ostacoli e che ha cancellato dopo quasi 28 anni Yordanka Donkova dalla “tavoletta” del record del mondo dei 100hs e che, colpita dalla legge implacabile dei Trials, a Rio non sarà presente; nel ’91, Bruno Dominix Hortelano Roig, lo spagnolo più globale che ci sia, e anche il più veloce.

Bruno viene al mondo, quasi 25 anni fa, a 24 ore abbondanti di volo dall’aeroporto spagnolo più vicino: Wollongong, Nuovo Galles del Sud. Perché? Mamma Pilar, che a occhio, con quel cognome, deve essere catalana, e papà Gonzalo non hanno aperto un bar specializzato in tapas, ma lavorano nel campo della microbiologia molecolare. Un trasferimento li porta dall’altra parte del mondo quando Bruno è ormai un adolescente: la nuova casa è a Burlington, Ontario, dove il ragazzo frequenta il liceo cattolico dell’Assunzione. Quando è il momento di iscriversi all’Università, la scelta cade su un nome prestigioso: la Cornell newyorkese dove frequenta la facoltà di ingegneria biomedica. Corre, anche sul quarto di miglio, affronta gli ostacoli, fa persino qualche comparsata nel football. Un record spagnolo indoor sui 300, sotto i 34”, è il primo segno.

Non è un ragazzo prodigio, cresce con calma: sino a tre anni fa, il maggior successo dell’allievo di Adrian Durant è un terzo posto con la 4x100 agli Europei under 23 di Tampere. Di li a poco, si fa vedere per la prima volta in un major championship: eliminato in semifinale a Mosca in 20.47. Di lui si comincia a parlare con un certo interesse di recente, quando il 23 giugno, sula pista madrilena di Moratalaz, corre in 10.06 alle spalle dell’iraniano Hassan Taftian, 10.04. In semifinale, 10.08. Due record spagnoli in meno di due ore. Ad Amsterdam dimostra che i due acuti non sono frutto di un cronometraggio amichevole o casalingo: sui 100 è quarto in 10.12. Il meglio viene dai 200: 20.39 e ancora record nazionale in semi. La breve gloria da eurodoppiettista di Churandy Martina, squalificato per invasione, si trasforma nell’esplosione di gioia di Bruno che viene a sapere di esser diventato campione d’Europa durante l’intervista in zona mista. Le urla e l’allungo fulmineo scalano le classifiche della rete.

A Londra, Edward, Gemili e Hortelano godono di un’insperata fortuna. Usain Bolt non è venuto a tirarsi il collo e i rettilineo diventa un perfetto “leprone”. E per Bruno il progresso diventa fragoroso, quarto in 20.18, con ingresso assicurato nell’aristocrazia dei combinatisti europei, ai margini dei primi dieci. Francis Obikwelu (9.86+19.84), Christophe Lemaitre (9.92+19.80) e Pietro Mennea (10.01+19.72) sono ancora lontani, ma Valeri Borzov (10.07+20.00), Jimmi Vicaut (9.86+20.30) e John Regis (10.32+19.87) cominciano a esser vicini a chi può esibire 10.06+20.18. Sufficiente fare le somme per capire.

SEGUICI SU: Twitter: @atleticaitalia | Facebook: www.facebook.com/fidal.it

VIDEO | LA SORPRESA DI BRUNO HORTELANO QUANDO SCOPRE DI ESSERE DIVENTATO CAMPIONE EUROPEO DEI 200 METRI



Condividi con
Seguici su: