Mondo: Jepchirchir regina di Valencia

24 Ottobre 2016

L'iridata di mezza maratona impartisce la prima sconfitta stagionale a Violah Jepchumba. Uomini velocissimi, in cinque in meno di un'ora. New York Marathon, al via quattro gemelli.

di Marco Buccellato

La striscia vincente di Violah Jepchumba si è sciolta nel caldo di Valencia. Le premesse per l'assalto al primato nella Trinidad Alfonso Half Marathon, una condizione brillante e un'avversaria superlativa, la campionessa del mondo sulla distanza Peres Jepchirchir, c'erano tutte, come registrato nel passaggio della Jepchumba al 10° km (30:57, il sesto crono mondiale dell'anno tra passaggi intermedi e gare effettive di 10 km). La Jepchumba ha ceduto nella seconda parte di gara, perdendo l'imbattibilità di tredici mesi in favore della Jepchirchir, prima in 1h07:09, record della mezza iberica, alla quinta mezza maratona chiusa sotto l'ora e otto minuti nell'arco del 2016. Ampio il margine della sconfitta, con la Jepchumba seconda in 1h08:22. 

La fondista kenyana è assurta alla notorietà internazionale quest'anno con due grandi risultati ottenuti in corse distinte a Praga (30:24 sui 10 km e 1h05:51 sui 21,097 km, rispettivamente secondo e terzo risultato all-time). Imbattuta dalla mezza maratona di Udine dello scorso anno, quando si impose in 1h09:29, la Jepchumba è stata vinta dal caldo della mattinata spagnola che ha stroncato non solo la sua resistenza ma anche le ambizioni, manifestate alla vigilia della corsa, di avvicinamento del record del mondo di mezza maratona, che resta saldamente nelle mani di Florence Kiplagat in 1h05:09.

Valencia, quasi Copenhagen

Superlativa la corsa maschile, dove per la terza volta in questa stagione non meno di cinque atleti hanno raggiunto il traguardo in meno di un'ora. Era già successo a Copenhagen in settembre (ben sette atleti) e a Praga in aprile (cinque), ma il corollario di tempi di Valencia sigilla la corsa spagnola come la seconda migliore della stagione sotto il binomio "quantità + qualità". Ha vinto Stephen Kipkosgei Kibet in 59:27, un secondo in meno di quanto firmato a Copenhagen, dov'era stato secondo. Tra gli altri autori dell'impresa non mancano le sorprese, come quelle dei due marocchini, El Aziz (secondo in 59:29 a una settimana dal 27:33 sui 10 km di Marrakech, secondo crono dell'anno sulla distanza) e Maroufit (quarto in 59:32), entrambi miglioratisi di un paio di minuti in età non più verdissima.

Il terzo, Edwin Kipsang Rotich, è noto per aver vinto due edizioni della Corrida di San Paolo, tradizionale gara sui 15 km che chiude il vecchio anno solare e apre quello nuovo. Il quinto atleta è Geoffrey Yegon, a due secondi dal personale in 59:46.

Citazioni per il sesto classificato, Solomon Kirwa Yego, vincitore della Roma-Ostia 2016 con il terzo tempo di sempre (58:44), che ha chiuso in 1h00:11, e per il bi-vincitore uscente Abraham Cheroben, solo nono in 1h01:55.

All Black

Dal caldo spagnolo al freddo della Bretagna francese, la sostanza non cambia. Nella maratona di Rennes i kenyani e le kenyane fanno strike concedendo le briciole al resto del "competitive field". Interessanti, viste le condizioni, i tempi di Justus Kipkosgei Kimutai (primo in 2h09:29), Kipkemei Mutai (2h09:44) e Alfonce Kibiwott Kigen (2h09:47). Helen Jepkurgat, terza alla Stramilano 2016, ha vinto la corsa femminile in 2h31:07. Ben lontani i primati della corsa francese, fissati a 2h08:05 e 2h27:14. Volti nuovi a Dresda, dove si è imposto Joseph Kyengo Munyoki in 2h10:21 (primato della corsa) davanti a Vincent Kipchumba Toroitich (2h10:32).

Asia, strada pista e marcia

Ennesima maratona coreana e ennesima vittoria firmata da un runner kenyano, Luka Kanda, che ha vinto la 42 km di Chuncheon in 2h07:21, a un secondo dal primato personale stabilito a Parigi lo scorso anno. Kanda è noto al pubblico italiano per le sue partecipazioni alla maratona di Roma, vinta nel 2012 in 2h08:04, il terzo miglior crono per il vincitore della maratona della Capitale. Dall'Asia ancora gare su pista: a Yokohama interessante 5000 vinto da Jonathan Ndiku in 13:15.32 su John Maina (13:16.82) e Alfred Ngeno (13:19.38). La tradizionale riunione di marcia di Takahata ha registrato il brillante debutto da cinquantista di Kai Kobayashi, primo in 3h42:08, settima miglior prestazione mondiale stagionale e seconda del continente asiatico.

Pretoria, sprint eccessivi?

In una riunione sudafricana riservata a atleti delle categorie under 20, under 18 e under 17, si sono registrati tempi superlativi nelle gare di sprint. Non sono noti i dettagli delle condizioni, a parte i 1270 metri di quota: le cronache riportano 10.09 sui 100 di Retshiditswe Mlenga, nato nel febbraio 2000 e 20.22 sui 200 di Thembo Monareng, classe 1999, seguito dal 20.41 di Thando Dlodlo. Desta interesse soprattutto il 10.09 di Mlenga, inferiore di un decimo alla miglior prestazione di categoria (10.18 del giapponese Kiryu) ma anche il 20.22 di Monareng (mai sotto i 21 secondi prima) non scherza. Se confermato, sarebbe il secondo tempo di sempre per un velocista della ex-categoria allievi. Il limite mondiale ufficiale, 20.13, appartiene a Usain Bolt.

Sognare in grande

Negli ultimi giorni due olimpionici di Rio hanno espresso propositi di record del mondo nel 2017.

Si tratta del tedesco Christoph Harting, che mira al record del mondo di Jürgen Schult (74,08) e di Mo Farah, che se troverà l'occasione giusta proverà a confrontarsi con il record mondiale di Kenenisa Bekele (26:17.53). Ambizioni non così assolute per l'altro tedesco Thomas Röhler, oro olimpico nel giavellotto, che vuole il primato nazionale di Raymond Hecht (92,60). Delle tre, sembra l'impresa più possibile.

Yego, che spavento

Se l'è cavata con danni trascurabili e con una grande paura Julius Yego, campione del mondo e primatista africano di lancio del giavellotto, argento a Rio 2016, coinvolto in un incidente stradale domenica notte. Yego, alla guida di un SUV, non ha potuto evitare l'impatto con un camion rimorchio, il cui conducente ha azzardato una pericolosa manovra a inversione. La piaga degli incidenti stradali in Kenya rappresenta la prima causa di morte a livello nazionale, in considerazione del cattivo stato delle strade e della guida a velocità eccessive.

Maratone, tocca a Francoforte

Domenica prossima si corre a Francoforte. La maratona internazionale incorpora, quest'anno, anche il campionato nazionale tedesco. Tra i nomi di élite presenti, sfumata la partecipazione di Peres Jepchirchir che ha gareggiato ieri a Valencia, restano il vincitore di Parigi Cyprian Kotut, Mark Korir, Lani Rutto (secondo l'anno scorso) e Tadese Tola (sulla carta il migliore con 2h04:49 di personale), mentre tra le donne sono attese soprattutto le etiopi, capitanate da Mamitu Daska, Dinknesh Tefera e Sutume Asefa Kebede. Si corre anche a Lubiana, dove il nome più risonante è quello di Levi Matebo (2h05:16), con il vecchio Lebid, pluri-re europeo del cross, miglior europeo iscritto.

New York stories

Mancano due settimane alla maratona di New York ma una storia, che vale la pena conoscere, è già nota dalle pagine del The New Yorker. Per la prima volta saranno al via di una 42 km quattro gemelli, tre sorelle e un fratello. Nati nel 1989, i gemelli Siemann sono Amanda, Jessica, Maria e Brian, l'unico maschio della nidiata, minato da una lesione alla colonna spinale subito dopo la nascita, paralizzato dalla vita in giù. A New York parteciperà alla gara wheelchair Elite, il suo secondo grande evento in rapida successione dopo le Paralimpiadi brasiliane. Nella maratona olimpica di Rio si è avuta la partecipazione delle tre gemelle estoni Luik: Leila, Liina e Lily. Un record. A New York, altra pagina: i quattro, che vivono sparsi tra Connecticut, Pennsylvania e Illinois, si ritroveranno sul ponte di Verrazzano per una riunione di famiglia con migliaia e migliaia di invitati. Non è un record anche questo?

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