Montagna d'oro, 7 medaglie e spirito vincente

18 Novembre 2019

Italia al vertice per numero di podi mondiali. Il bilancio del responsabile di settore Germanetto al rientro dall’Argentina: “In prima fila nel movimento che cresce e guarda al futuro”

Sette volte sul podio ai Mondiali di corsa in montagna. L’Italia si conferma ai vertici nella specialità e torna dalla rassegna iridata in Argentina come la nazione che ha vinto più medaglie, nella prima edizione con due eventi nello stesso weekend. Brillano i due ori, entrambi conquistati nella gara under 20 femminile con Angela Mattevi e il team delle azzurrine, ma anche i secondi posti di Cesare Maestri (format classico) e Francesco Puppi (lunghe distanze), oltre ai tre bronzi delle formazioni maschili. Al rientro da Villa La Angostura, il responsabile tecnico di settore Paolo Germanetto sottolinea il valore di questa trasferta: “Il bilancio è sicuramente positivo, non solo per il numero di medaglie ma anche per come è stato interpretato lo spirito di squadra. Tutti hanno dato il massimo fino all’ultimo. A cominciare dalle under 20 guidate dalla campionessa mondiale Angela Mattevi, perché il settimo posto di Giovanna Selva e il nono di Anna Arnaudo, ottenuti nel finale di corsa, si sono rivelati determinanti per l’oro collettivo insieme a Elisa Pastorelli, proprio in una categoria che in passato aveva regalato pochi successi”.

“Tante le note liete: Maestri e Puppi sono stati protagonisti, sfiorando la vittoria, mentre il capitano Xavier Chevrier è riuscito a entrare per la quarta volta nella top ten individuale, in una stagione cominciata tardi e coronata dal bronzo europeo. Nelle lunghe distanze Gabriele Bacchion, ottavo all’esordio, ha dimostrato il suo talento, e Luca Cagnati è stato bravo a stringere i denti per la squadra. Ho apprezzato molto lo spirito degli under 20, che in volata si sono presi i punti decisivi in una classifica molto corta, pur senza i primi due dei campionati italiani, Alain Cavagna che sta disputando i cross e Alessandro Rossi per infortunio. A proposito di assenze: dopo oltre un decennio non c’era nessuno dei gemelli Dematteis, tra le donne Valentina Belotti e nel lungo Barbara Bani avrebbero potuto migliorare il piazzamento del team. Ma abbiamo saputo far fronte alle difficoltà ed è stata l’occasione per schierare le due ventenni Gaia Colli e Alessia Scaini, a fianco dell’altra capitana Alice Gaggi rientrata dalla maternità e di Elisa Sortini ottava al traguardo, che hanno maturato un’esperienza importante”.

La concorrenza diventa globale, anche se stavolta purtroppo Uganda e Kenya non erano al via per problemi di visto. Ma la prima vittoria a squadre della Repubblica Ceca e il primo successo iridato di sempre della Romania sono ulteriori segnali che l’orizzonte si è allargato, con gli Stati Uniti a quota 3 ori: “Non si può avere la pretesa di dominare totalmente in questo contesto. Ci piace affrontare nuove sfide - prosegue Germanetto - in un ambiente che non si chiude in se stesso solo per avere più possibilità di medaglia, ma guarda a scenari inediti. Il nuovo corso del movimento, che annuncia un Mondiale unico di montagna e trail dal 2021, potrebbe aumentare ulteriormente l’interscambio con atleti provenienti dal mezzofondo prolungato e da altre discipline di endurance come gli sport invernali e il ciclismo. Per considerare la corsa “off road” non solo un momento di lancio, ma di ritorno e di valorizzazione dei talenti”.

l.c.

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