Furlani: “Cresco senza bruciare le tappe”
18 Novembre 2023“Se preferisco il salto in lungo o l’alto? A me piace l’atletica!”. È il botta e risposta tra due stelle azzurre, Stefano Tilli e Mattia Furlani, a catturare l’attenzione della platea in chiusura della seconda giornata nella Conferenza Nazionale del Talento a Grosseto. Un faccia a faccia che suscita la curiosità di tutti i presenti, dai tecnici del progetto PISTA-Piano Sviluppo Talento agli atleti del raduno giovanile, compagni di squadra dell’oro europeo U20 del lungo. Il confronto è un momento di sintesi al termine di una serie di interventi di spessore, con il DT Antonio La Torre nel ruolo di moderatore e un panel di esperti qualificati. “Ho sempre pensato a fare il mio percorso, senza bruciare le tappe”, racconta il diciottenne Furlani, proclamato Rising Star dell’anno da European Athletics. “Cosa serve a un campione? Tutte le qualità necessarie, il talento non basta. E il rapporto con l’allenatore, che per me è mamma Khaty Seck, deve essere di empatia. Soltanto dalla scorsa stagione ho iniziato con il lungo, per sfruttare le doti di velocità, ma non è stata una rinuncia perché l’alto non l’ho mai abbandonato in allenamento, dopo la doppietta di un anno fa agli Europei U18”. E quel salto a 8,44 di poco ventoso a Savona? “Nel debutto all’aperto ci ero arrivato con il dente avvelenato per come era andata agli Euroindoor di Istanbul, cercavo una rivincita nei confronti di me stesso. Con la vittoria azzurra in Coppa Europa, frutto dell’unione di squadra, mi è sembrato di essere teletrasportato in un sogno. Per il 2024 punto agli Europei di Roma e alle Olimpiadi di Parigi allo stesso modo, non c’è una scelta da fare, voglio andare lì e spaccare!”. Prima del saluto via telefono del presidente FIDAL Stefano Mei, non mancano gli aneddoti di Tilli, argento mondiale della staffetta 4x100 nel 1983: “Quando un giorno il ‘prof’ Vittori mi chiese di fare un esercizio e gli dissi ‘ci provo’ allora mi fulminò con lo sguardo e mi rispose a tono... Conta la motivazione, oltre al talento, se si pensa che Mennea aveva meno fibre veloci di me, però è arrivato ai massimi traguardi con grande forza di volontà”.
All’inizio della giornata, sotto il sole d’autunno tra lo stadio Zecchini e il campo scuola Bruno Zauli, l’osservazione assistita dell’attività tecnica e di valutazione funzionale del raduno nazionale giovanile con gli azzurrini suddivisi per gruppi di specialità. Poi un pomeriggio denso di approfondimenti come quello sulla definizione degli obiettivi proposto da Marco Bonifazi, presidente della commissione medico-scientifica e coordinatore tecnico dei settori agonistici della Federazione Italiana Nuoto oltre che professore associato Dipartimento di Scienze Neurologiche, Neurochirurgiche e del Comportamento Università degli Studi di Siena, mentre Gennaro Boccia, professore associato Metodi e Didattiche delle Attività Sportive Università degli Studi di Torino, ha toccato l’argomento del “Relative Age Effect” che influenza l’identificazione del talento e la carriera degli atleti. È stata quindi Maria Francesca Piacentini, professore associato Discipline Motorie e Sportive Università di Roma “Foro Italico” a occuparsi dei modelli di sviluppo, invece il referente scientifico area tecnica della Scuola dello Sport Claudio Mantovani ha introdotto il piano formativo del progetto PISTA che si rivolge ai tecnici. Nel programma di domenica, tre workshop all’Hotel Fattoria La Principina sui temi di “Mezzi e metodi per la valutazione funzionale” con Stefano Serranò e Gaspare Pavei, “Metodologia per la programmazione e pianificazione dell’allenamento” con Antonio La Torre, “Modelli prestativi e metodi per la raccolta dati” con Maria Francesca Piacentini e Piero Allegretti per concludere le tre giornate della convention.
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